La diffusione del COVID19 in Europa e in Italia ha colto quasi tutti impreparati, soprattutto a causa della velocità di contagio di questo virus che nel giro di pochi mesi ha raggiunto migliaia di contagiati. Nel momento in cui viene scritto questo articolo, 16/06/2020, i contagi totali da inizio pandemia ammontano a 237.290.
I dovuti provvedimenti introdotti dal governo per contrastare il contagio prevedono di indossare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e di rispettare il distanziamento sociale nei luoghi pubblici. Al fine di incrementare la protezione nelle attività commerciali come bar e ristoranti è stato introdotto anche l’obbligo di installazione di divisori e protezioni parafiato.
Considerata la necessità di riaprire di molti commercianti questi hanno scelto di installare protezioni in plastica, spesso improvvisate e poco efficaci nonché difficili da pulire ed esteticamente non bellissime.
Protezioni in Vetro o in Plastica?
I maggiori pregi delle protezioni in plastica sono la velocità di installazione, l’economicità e il facile reperimento (approfondisci qui le soluzioni SGG nell'ambito ). Nonostante questo però il prezzo da pagare secondo una ricerca dell’autorevole rivista The Lancet è sulla qualità della protezione offerta. Infatti The Lancet riporta come il virus sopravviva 7 giorni su plastica rispetto ai 4 giorni del vetro.
Un ulteriore fattore da considerare è che la plastica nel tempo tende a perdere le sue caratteristiche peggiorando le prestazioni, d’altro canto il vetro invece assicura una maggiore durabilità e prestazioni di alto livello per un periodo più lungo di tempo. In quest’ottica quindi l’iniziale economicità della plastica risulta essere un palliativo, invece il maggior costo delle protezioni in vetro può essere visto come un investimento in sicurezza da spalmare sugli anni avvenire.
L’estetica è importantissima, soprattutto per le attività commerciali, da questo punto di vista il vetro è nettamente migliore della plastica, trasmette pulizia e qualità.
Infine, dando uno sguardo anche alla salvaguardia dell’ambiente, il vetro risulta essere un materiale al 100% riciclabile. Il “periodo Covid” sarà (tutti speriamo) il più breve possibile e verrà ad ogni modo superato: una volta che ciò avverrà, le protezioni non saranno più necessarie e si porrà il problema smaltimento. Scontato dire dunque come il vetro si ponga come la scelta più sostenibile e ambientalmente migliore, al cospetto della plastica.
Sanificare e pulire le protezioni in vetro
Il vetro è un materiale facilmente lavabile e igienizzabile tramite l’utilizzo di alcool o detergenti specifici, senza che ne risentano le sue prestazioni. Peraltro, il vetro è più duro e si graffia difficilmente rispetto alla plastica e non si opacizza con il tempo.
Le nuove disposizione introdotte dal governo prevedono inoltre di sanificare periodicamente le attività commerciali e quindi anche le nuove protezioni parafiato, questo spesso deve essere demandato ad un’impresa specializzata che utilizzi i prodotti autorizzati dal ministero della salute. Infatti i prodotti per la sanificazione e per la disinfestazioni non vanno confusi con quelli igienizzanti, rispetto ai quali hanno proprietà diverse.
Alcuni provvedimenti che possono essere utilizzati “in-house” dal commerciante possono essere l’utilizzo di una lampada a raggi UV-C che con 10-15 minuti di esposizione sulla superficie consente ai raggi di penetrare nel DNA del virus modificandolo e impedendone la riproduzione. Un ulteriore rimedio per eliminare il virus è utilizzare la resistività elettrica per riscaldare la superficie dove si annida il virus portandola a temperature alle quali il virus non sopravvive.
Questi rimedi, in ogni caso, non eliminano la necessità di effettuare giornalmente la sanificazione completa di tutta l’attività, così come prescritto dalle disposizioni legislative. In queste operazioni però riteniamo il vetro un sicuro alleato, capace di combinare contemporaneamente sicurezza, qualità, bellezza e pulizia.